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“Etica” di Spinoza nell’edizione Laterza

Written by Foglio Spinoziano on . Posted in blog

Durante gli ultimi due anni sono uscite ben quattro importanti nuove traduzioni dell’Ethica di Spinoza, segno evidente non tanto della rinascita degli studi spinoziani (mai assopita del resto e ne fanno fede i numerosi convegni e simposi lungo l’arco dell’anno) quanto del bisogno di aggiornare il testo dopo i cambiamenti che la lingua italiana ha inevitabilmente subito da cinquant’anni a questa parte soprattutto nella rivoluzione digitale dell’era di Internet. Spinoza ha scritto principalmente in latino e, laddove la lingua italiana debba al latino alle volte una somiglianza sia ortografica che semantica, non sempre i termini sono ancor oggi usati e comprensibili. Si vedano ad esempio gli studi della Giancotti a proposito del termine mens. Alcune scelte per la traduzione, sono state recentemente pubblicate nella Rivista di Storia della Filosofia in un saggio di Sergio Landucci Per il testo e la traduzione dell’Ethica di Spinoza (link a pagamento). Proprio di Sergio Landucci quindi non poteva non uscire per conto dei tipi della Laterza una nuova traduzione del capolavoro spinoziano e proprio all’interno del testo si dice che, laddove le equivocità nei termini fossero troppo evidenti si è preferito apporre delle note e comunque spiegare la ragione di tali scelte. Iniziamo ad esempio con affectus, termine chiave dell’ontologia spinoziana: per Landucci questo termine oggi esula dal significato generale che poteva aver fino a due secoli fa. Dire “affetto” significa qualcosa che si inserisce nel più generale “affettività” quasi e quindi, visto che anche le traduzioni anglosassoni usano in inglese “emotion”, lo si è preferito tradurre con “emozione”; tuttavia Spinoza intende per affectus il patire proprio dell’animo assieme al correlato istantaneo patire del corpo, quindi in realtà le emozioni sembrano avere, come termine odierno, proprio la qualità di essere intese in tal senso (ci si emoziona sia internamente che attraverso un effetto del corpo). Anche le derivazioni di affectus vengono tradotte differentemente: affectio (sostantivo) con “modificazione” e afficere (verbo) con “modificare” e questo sembra giustificato proprio perché entrambi intendono mutamenti – sia di stato che di produzione del mutamento – assai più esemplificativi che non “affezione”, ad esempio. Landucci si pone altre domande sulla terminologia: in italiano manca effettivamente un termine per intelligere e lo rende con “intendere intellettualmente” proprio per significare la conoscenza atraverso l’intelletto opposta, come si sa, dall’immaginazione. Altri termini tecnici sono stati conservati ma ci sono interessanti esempi: modus lo si rende con “modo” quando vuol dire “modo della Sostanza”, mentre non esita a tradurre “maniera” quando abbia senso generico; lo stesso per natura: tradotto con “essenza” alle volte invece è dato come “natura” quando Spinoza parla espressamente di natura umana o della natura dei corpi o, ancora quando vuol signoficare con rerum natura la totalità dell’esistente. Inoltre qualche puntualizzazione sul testo latino, ripreso dall’Opera Posthuma, è stata adottata per eliminare quelle ripetizioni che al tempo si usavano tipograficamente, ad esempio nei numerosi QED (quod erat demonstrandum) che si scrivevano ad ogni fine di dimostrazioni e proposizioni. Inoltre la parola”spiegazione” che si trova ad ogni inizio di alcune definizioni, è stata tolta proprio per non appesantire il discorso di queste. Giustamente ogni traduzione deve da un lato rendere noto il concetto attraverso l’uso corrente e dall’altro non perdere il senso di tale esposizione. Proprio qui esiste il rischio di pagare un prezzo alto ma questa traduzione sembra rimanere tra i due binari della corretta esposizione non a danno di un’evoluzione della lingua. Inoltre, proprio per evitare l’appesantire un testo che dovrebbe invece essere scorrevole, Landucci limita al massimo le note esplicative (ponendole a fine pagina) e si sofferma solo sui concetti partioclari, rimandando la trattazione di quelli generali all’ottima introduzione. Qui troviamo ben spiegati sostanza e attributi, modi ed essenza dell’uomo, l’intera psicologia umana e la teoria della modificazione dell’animo. Si vede benissimo come l’intento sia espressamente esplicativo dell’opera, poiché si rimanda ad ulteriori trattazioni la particolare puntualizzazione di un concetto. L’opera esposta vuole innanzittuto essere una traduzione giammai un trattato sull’Ethica, anche se era necessario presentare al lettore Spinoza. I cinque assunti fondamentali che si trovano nell?Ethica, secondo Landucci, già riassumono tutto il pensiero spinoziano esposto nel suo capolavoro: i nessi causali, il determinismo psicologico, l’omogeneità di causa ed effetto, l’unità psicofisica dell’uomo e la ricerca del proprio utile e dell’autoconservazione come virtù. Conclude il volume una decina di emendazioni al testo (già presenti nella rivista su citata) e un indice terminologico, utile complemento per la ricerca dei termini.
Spinoza, Etica, traduzione introduzione e note di Sergio Landucci
Laterza – Collana: Biblioteca Filosofica
Pagine 352 – Formato 14×21 – Anno 2009 – ISBN 9788842088233
euro 30,00

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Comments (3)

  • hlimo

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    Il termine latino affectus non è lecito tradurlo con emozione che è si un particolare affetto ma non rappresenta tutti i possibili affetti.

    Grazie

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  • Teo

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    È un peccato che quest’ottima edizione, con un eccellente introduzione e un sobrio ma puntualissimo commento, non presenti il testo latino a fronte. Forse è una scelta editoriale della Laterza, ma la cosa risulta sorprendente, tanto più che il medesimo editore aveva qualche anno fa proposto in edizione economica le Meditationes de prima philosophia sempre a cura di Sergio Landucci con il testo latino e un buon commento.

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