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Note sulla riunione della Societas Spinozana

Written by Foglio Spinoziano on . Posted in blog

Il 22 Dicembre 2014 si è tenuta a Roma la seconda riunione della Societas Spinozana, con il proposito di presentare i lavori in corso di alcuni Soci e di discutere le iniziative a venire.
I lavori presentati sono stati le tesi di Oberto Marrama (oberto.marrama@gmail.com) e Saverio Mariani (saverio.mariani@libero.it). 
  • Oberto Marrama ha presentato una comunicazione dal titolo “La nozione di coscienza in Descartes e Spinoza”. Con riferimento a passi tratti dall’Etica, dai Principi della filosofia di Cartesio e dal Trattato sull’emendazione dell’intelletto, ha sostenuto che in Spinoza, come per Descartes nelle Meditazioni, il termine Conscientia si riferisce alla conoscenza della forma del pensiero individuale attualmente esistente. Tale conoscenza del proprio pensare, in Spinoza, si configura come Idea ideae. In particolare, è interessante notare come nel caso in cui si consideri un’idea inadeguata, l’idea dell’idea è essa stessa idea inadeguata. Viceversa, se si tratta dell’idea adeguata.
  • Saverio Mariani ha presentato una comunicazione dal titolo “Il principio indeterminato: Bergson e Spinoza”. Nella sua esposizione Saverio ha sottolineato come il suo obiettivo non sia quello di individuare una filiazione di Bergson da Spinoza, ma affrontare la tematica della Sostanza indeterminata come elemento che definirebbe una tradizione comune ad entrambi i pensatori. Alla luce della negazione del concetto di “nulla” e del dispositivo di “virtuale”, al posto di “possibile-contingente”, Bergson appare in continuità con i filosofi che hanno pensato un principio come aperto e indeterminabile. Del resto, la critica bergsoniana alla nozione di determinismo risulta un elemento di distanza da Spinoza, mentre la nozione di intuizione (capacità di inserirsi nell’infinito) potrebbe aprire ulteriori prospettive di ricerca.
Entrambi gli interventi hanno suscitato una discussione lunga e intensa, che ha toccato punti sia di merito che di metodo, che possono essere così schematizzati:
1) La conscientia spinoziana si lascia davvero risolvere nell’autocoscienza, vale a dire in un rapporto riflessivo della mente con sé stessa o i propri contenuti, oppure deve essere pensata anche come coscienza del corpo e delle sue modificazioni?
2) In quale misura e a quali condizioni la rassegna delle occorrenze di un termine permette di ricostruire la semantica e la sintassi del concetto che quel termine è supposto esprimere, e quale ruolo è possibile o necessario conferire al non-detto?
3) Entro quali limiti e con quali accorgimenti metodologici il raffronto fra due autori, anche distanti nello spazio e nel tempo, può essere produttivo per una più profonda comprensione di entrambi, alla luce di una problematica comune?
In seguito alle esposizioni di cui sopra, la discussione si è spostata sull’aspetto organizzativo della Societas e sulle attività future. 

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